Regia: Louis-Julien Petit. Sceneggiatura: Thomas Pujol, Louis-Julien Petit. Fotografia: David Chambille. Montaggio: Antoine Vareille. Musiche: Laurent Perez del Mar.
Interpreti: Audrey Lamy, François Cluzet, Chantal Neuwirth, Fatou Kaba, Yannick Kalombo, Amadou Bah, Mamadou Koita, Alpha Barry, Yadaf Awel, Demba Guiro .
Produttori: Liza Benguigui. Distribuzione: I Wonder Pictures. Origine: Francia 2022.
Cathy è una sous-chef con il sogno di aprire un ristorante. Quando si troverà in difficoltà accetterà un lavoro come cuoca per minorenni migranti. Un lavoro che piano piano le piacerà: sarà il modo con cui saprà contagiare i giovani con il suo amore per la cucina e per avere lei stessa consapevolezza sul tema della migrazione e dei rimpatri. La sous-chef Cathy sta guarnendo un piatto che le sta a cuore mentre la sua chef la gela imponendole la propria idea di guarnizione. È così che va la quotidianità lavorativa di Cathy, il sogno di aprire un ristorante tutto per sé ha ceduto ormai posto a una continua frustrazione. Tutto può immaginare tranne che la soluzione sia la Brigade del titolo, un gruppo di minori migranti (così detti irregolari) a cui trasmettere giorno per giorno tutta la passione per la cucina e da cui in cambio imparare tanto, a livello umano soprattutto. Saranno loro a restituirle la genuinità di un mestiere fatto con le mani, con amore e con la voglia di condividere e prendersi cura degli altri.
Parte come fiaba buonista il nuovo film di Louis Julien-Petit, già autore e regista di Le invisibili sul tema della disobbedienza civile. Se lì lo sfratto di un centro di accoglienza per donne provocava per reazione l'apertura di uno sportello clandestino, qui la minaccia di rimpatri forzati fa scattare la voglia di dedicarsi fino in fondo a questi ragazzi migranti, volenterosi e pieni di entusiasmo, fino a esporli mediaticamente durante un reality di cucina.
François Cluzet di Quasi amici e Audrey Lamy di Le invisibili fanno il resto, confermandosi interpreti d'eccezione che nei panni del supervisor dei ragazzi l'uno, e della chef militante l'altra, sanno convincere e farsi ben volere. Merito di una commedia sociale veramente deliziosa, calmierata nei toni e con una punta di denuncia notevole, mai retorica e sempre sul filo dell'equilibrio narrativo tra toni leggeri e drammatici.
La fiaba cede progressivamente il passo a uno sguardo più allargato sul dramma contemporaneo dei rimpatri forzati e La Brigade si rivela in grado di restituire a chi guarda tanto la lievità dell'intrattenimento quanto l'urgenza della riflessione, specie sulla miopia di certe politiche che finiscono per stroncare sul nascere nuove carriere, vite, amicizie e sogni.
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