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Rassegna cinematografica: "I Capisaldi" - Film che hanno segnato la vita culturale e sociale
Tutti gli anni vengono prodotti più di 300 film: moltissimi non escono neppure nelle sale, molti vengono proiettati per pochi giorni e solo nelle grandi città. Belli, meno belli (preferiamo dire ci piacciono o non ci piacciono) ma il giudice ultimo sono gli spettatori; film che vengono visti da milioni di spettatori, film che vengono visti da poche migliaia di persone. Ma fra questi vi sono film che, a prescindere da in quanti li hanno visti, hanno lasciato un segno indelebile nella nostra vita culturale e sociale, fino anche a cambiare i nostri costumi quotidiani.
Fra il 1960, anno dell’ormai leggendario capolavoro di Fellini La dolce vita, e il 2000, la crisi del cinema in sala si è evoluta trasferendo la fruizione del pubblico di massa al piccolo schermo. Un fenomeno curioso – e per una parte del pubblico stesso dolente – che ha rovesciato la natura della visione. Il cinema si è fondato fin dalle origini sull’immagine animata gigante nella sala buia, oggi avviene sempre più il contrario: l’immagine rimpicciolisce nello schermo televisivo, del computer, o addirittura del cellulare. Per paradosso si vedono più film oggi che un tempo, ma il cinema “uno”, ossia “Re dei media”, ha lasciato il posto ai “tanti” che scontano una visione non più collettiva (almeno in termini di presenza) ma individuale o domestica.
I film che presentiamo sono stati eletti dalla sala. Oltre a proporre la giusta ostinazione di chi pensa alla necessità dell’immagine animata gigante e del buio che la esalta, si sono distinti per il successo, buono o notevole, e i modi coi quali hanno interpretato la società e i bisogni di massa. Film d’autore, di genere e commerciali, spettacolari e famosi per l’affermazione di registi, attori, invenzione di effetti o di mode.
Il panorama sarebbe ovviamente assai più ampio nei quarant’anni che vanno dal 1960 al 2000, ma intanto può tornare utile riprendere alcuni esemplari. Se La dolce vita è un capolavoro immortale anche perché ha interpretato un momento di svolta della società italiana e del suo costume, La febbre del sabato sera si è affacciato, con modalità di spettacolo popolare, sui cambiamenti del dopo-sessantotto in tutto il mondo, Il cacciatore ha letto con particolare sensibilità la guerra in Vietnam e le conseguenze della sconfitta americana, Palombella rossa ha rappresentato un primo punto di arrivo dell’arte nuova di Nanni Moretti, mentre Tutto su mia madre è a tutt’oggi un manifesto della diversità, del suo valore provocatorio, e degli orizzonti sui quali proiettare le trasformazioni del vivere civile.
Cinque film da vedere in sala (Sala Verde), anche se si sono già visti, probabilmente sul piccolo schermo, perché la sala, assorbendo ogni innovazione tecnologica, non è più il luogo unico della visione ma, per la sua speciale natura, resta unica e insostituibile.
Ogni proiezione sarà preceduta da un intervento di Tullio Masoni, critico cinematografico.
Abbonamento ai 5 film euro 15,00. Biglietto per un singolo film euro 6,00. L'abbonamento non è nominativo.
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Rassegna cinematografica "Sogni e Emozioni"
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