Due attori che non potrebbero essere più diversi. All’età di settant’anni Morgan Freeman è una delle colonne portanti del cinema made in USA: ha all’attivo una settantina di ruoli, un oscar come miglior attore non protagonista in Million Dollar Baby e nessuna intenzione di fermarsi. Paz Vega, attrice spagnola, è conosciuta in Europa per aver interpretato Lucia y el sexo e Parla con lei di Pedro Almodovar, ma è solo al suo secondo film americano.
Cosa succede se si mettono insieme una vecchia gloria di Hollywood e una giovane promessa del cinema? Il risultato è un film gradevole, con un’atmosfera intima e leggera. Freeman, in un ruolo quasi autobiografico, interpreta un famosissimo attore che manca dalle scene da quattro anni. L’attore, così noto che non ne viene mai rivelato il nome, sta valutando se accettare la parte del direttore di un supermercato in un film indipendente. Spaventato dall’idea di fare un passo falso, si reca in un grande supermercato alla periferia di Los Angeles per fare delle ricerche sul campo. Conosce così Scarlet, l’addetta alla cassa veloce, quella riservata a chi ha preso al massimo dieci pezzi, da cui il titolo originale del film 10 items or less. Scarlet, interpretata dalla Vega, è una ragazza di origini spagnole, sveglia ma non troppo fortunata, e, quando l’attore viene abbandonato dall’autista, acconsente ad accompagnarlo a casa. Ribaltando A spasso con Daisy, dove Morgan Freeman interpretava l’autista della vecchia signora, l’attore viene scarrozzato per un’intera giornata da Scarlett. I due parlano, scherzano, si confrontano, imparano uno dall’altro dandosi la forza di cambiare strada.
Un film che parla di svolte nella vita e che ha portato ad un cambio di rotta anche il regista, Brad Silberling, il cui maggior successo è City of angels, remake dello splendido Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders. Scritto e diretto da Silberling, 10 cose di noi ha una sceneggiatura semplice ed essenziale, concentrata sul rapporto quasi paterno tra l’attore e la giovane cassiera, e si regge principalmente sull’interpretazione dei due protagonisti.
Il film, presentato alla bella edizione dell’ultimo Torino Film Festival, è una gradevole sorpresa, perché privo di qualsiasi banalità sia nelle intenzioni che nell’approccio alla narrazione. Siamo in pieno stile indie americano, che qualcuno definirebbe tipico del Sundance, e già dal prologo si capiscono molte cose: Silberling dimostra la sua voglia di voler girare un film basato soprattutto sui dialoghi, con un clima divertente e, a volte, paradossale. Il suo asso nella manica è Morgan Freeman, che entra in simbiosi con il proprio personaggio al punto che sarà poi il pubblico ad interpretare a proprio modo se l’attore è un personaggio inventato oppure no. Paz Vega, commessa che in originale parla un mix di inglese con una marcata cadenza latina, è simpatica, brava e mai sopra le righe. Queste sono alcune delle carte di un film garbato, altamente godibile e ben scritto, che può anche permettersi di chiudere con un finale commovente e privo di stonature.
Sceneggiatura: Brad Silberling. Costumi: Isis Mussenden. Scenografia: Denise Pizzini. Musiche: Antonio Pinto. Fotografia: Phedon Papamichael. Montaggio: Michael Kahn. Interpreti: Morgan Freeman, Paz Vega, Bobby Cannavale, Anne Dudek, Jonah Hill. Produttore: Lori McCreary, Julie Lynn e Brad Silberling. Distribuzione: D.N.C. Origine: U.S.A., 2006.