Un giovane cacciatore, D'Leh, è innamorato sin dall'infanzia di una creatura misteriosa dagli occhi blu, Evolet, trovata sui monti vicini al villaggio. La routine preistorica a base di caccia, leggende e profezie procede serena nonostante il trauma famigliare di D'Leh, abbandonato da un padre solo apparentemente vigliacco. Purtroppo, alcuni guerrieri sconosciuti arrivano improvvisamente al villaggio, distruggendolo e uccidendone gli abitanti. Evolet e alcuni giovani uomini vengono rapiti. Per salvarli, D'Leh e alcuni superstiti attraverseranno monti e deserti, e il ritrovamento della ragazza coincide con la scoperta di una potente civiltà guidata da un falso Dio, che innalza piramidi al proprio culto. La società più progredita è la più violenta e prevaricatrice e, in nome della propria superiorità, rapisce dei poveracci per usarli come lavoratori-schiavi. A sconfiggere l'arroganza basterà il piccolo esercito multirazziale che il ragazzo ha radunato nel suo cammino. Quasi un miracolo, come quello di aver saputo conquistare la riconoscenza di una gigantesca tigre dai denti di sciabola, dopo averla salvata dall'annegamento.
L’ultima creatura di Roland Emmerich si inscrive nella sua collaudata collezione di opere fantasy, ambientandosi stavolta 10.000 anni prima di Cristo.
Il film si inserisce in quel filone cinematografico che guarda al passato con un grado di immaginazione al quale ci ha abituato la fantascienza, consigliandoci di lasciare da parte i pregiudizi e il nozionismo scolastico per abbracciare la teoria della sospensione dell'incredulità che permette di partecipare e commuoversi di fronte a forme di rappresentazione artistica come se fossero uno spaccato di vita reale. Ecco quindi un passato inverosimile, ma affascinante, fatto di feroce bellezza e prodezze virili e caratterizzato da un machismo privo di frontiere temporali. Roland Emmerich, che ha realizzato sbalorditivi incassi con titoli come Independence Day e L'alba del giorno dopo, per una volta ha provato il desiderio di guardare indietro, agli albori della civiltà, rispondendo al bisogno dello spettatore di rivolgersi al proprio passato.
10.000 AC punta il proprio fascino sui preistorici mammuth: creati magnificamente in computer grafica, sono protagonisti di una memorabile sequenza da antologia nella quale, numerosissimi, scendono correndo la lunga rampa di una piramide.
Splendide anche le ambientazioni, scelte dalla produzione in Thailandia, Nuova Zelanda e Namibia dove, come Emmerich ama ricordare, Kubrick ambientò lo splendido incipit di 2001: Odissea nello spazio.
Sceneggiatura: Roland Emmerich e Harald Kloser. Costumi: Odile Dicks-Mireaux e Renee April. Scenografie: Jean-Vincent Puzos. Musiche : Harald Kloser e Thomas Wander. Fotografia: Ueli Steiger. Montaggio: Alexander Berner. Interpreti: Steven Strait, Camilla Belle, Cliff Curtis. Produttore: Michael Wilmer, Roland Emmerich e Mark Gordon. Distribuzione: Warner Bros. Origine: U.S.A., 2008.