Regia: Francesco Amato. Sceneggiatura: Francesco Amato, Massimo Gaudioso, Davide Lantieri. Montaggio: Claudio Di Mauro. Fotografia: Gherardo Gosso. Costumi: Ornella Campanale.
Interpreti: Vittoria Puccini, Benedetta Porcaroli, Edoardo Leo, Sara Lazzaro.
Produttori: Andrea Occhipinti. Distribuzione: Lucky Red. Origine: Italia, 2020.
Elisa, incinta, fa un'ecografia di controllo: è una bambina, e sta bene. Ma a non stare bene è invece Elisa, che scopre di avere un tumore. Essendo una donna estremamente concreta - anche perché il marito Alessio lo è molto meno - Elisa si adopera per provvedere al futuro di quella figlia che forse non riuscirà a conoscere, arrivando al punto da preparare per lei 18 regali, uno per ogni compleanno, fino alla maggior età. Ma la figlia Anna accoglierà quei regali non tanto come un dono d'amore, quanto come una pesante eredità, o una sorta di macabro ricatto morale. Il giorno del suo 18esimo compleanno si sottrarrà al rito, andando incontro alla più incredibile delle sorti: trovarsi faccia a faccia con la madre scomparsa. Francesco Amato, regista e cosceneggiatore (con Massimo Gaudioso e Davide Lantieri) fa del suo meglio per evitare le trappole del pietismo e della lacrima gratuita, e la sua mano (più) leggera cerca strade meno convenzionali e soluzioni narrative meno manipolatrici.
Anche la svolta soprannaturale della vicenda, che vede Anna adulta confrontarsi con la propria madre incinta di lei, è gestita con un certo pudore, ma comporta molte implausibilità e alcune sviste logiche. Soprattutto manca, rispetto a quello che è un altro sottogenere (cui appartengono film come Peggy Sue si è sposata), il senso di vertigine che può provare un essere umano davanti alla versione giovanile dei membri della propria famiglia. Sono ben seminati invece alcuni elementi simbolici, come la propensione di Anna a tuffarsi all'indietro o lo scambio delle scarpe fra madre e figlia, parte di quel percorso di crescita che a Elisa e Anna è mancato.
Amato sceglie di imprimere alla sua storia il tono disincantato e iconoclasta dell'adolescente che ne è protagonista, e Benedetta Porcaroli entra bene in quell'atteggiamento strafottente, mentre Vittoria Puccini presta al ruolo di Elisa la sua immagine di persona precisa e rigorosa, risultando perfettamente credibile nei panni di una pianificatrice che, anche di fronte ad una malattia letale, continua imperterrita a stilare liste.
Ci sono sottolineature eccessive, come la musica spalmata ovunque, e un cambiamento troppo repentino in sceneggiatura fra la caratterizzazione iniziale della coppia Elisa-Alessio e quella che si sviluppa dopo la notizia della malattia. Ma 18 regali fa la scelta coraggiosa di raccontare un rapporto mamma-figlia in tutta la sua amorevole conflittualità, indipendentemente dalle condizioni entro cui si dipana. E pone una domanda davvero dolorosa: come si fa a tagliare il cordone ombelicale emotivo dalla propria madre quando si è a malapena fatto in tempo a tagliare quello fisico?
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