Regia e Sceneggiatura: Isaiah Saxon. Fotografia: Evan Prosofsky. Montaggio:
Paul Rogers. Scenografia: Jason Kisvarday. Musiche: David Longstreth. Costumi: Elizabeth Warn. Interpreti: Helena Zengel, Willem Dafoe, Emily Watson, Finn Wolfhard, Puiu Mircea Lascus, Razvan Stoica, Carol Bors, David Andrei Baltatu, Gabriel Spahiu. Produttori: Isaiah Saxon, Jonathan Wang. Distribuzione: I Wonder Pictures. Origine: U.S.A. 2025.
In un piccolo villaggio della fittizia isola di Carpathia il tempo sembra essersi fermato e la vita scorre seguendo ancora ritmi rurali, disturbati solo da qualche automobile. Sull'isola vivono gli ochi, una specie di primati dal pelo bluastro e capace di comunicare con versi dalla strana musicalità. Gli uomini li cacciano da sempre e l'attuale capo dei cacciatori è Maxim, il padre di Yuri, una ragazzina introversa che si sfoga solo ascoltando la musica black metal degli Hell Throne. Quando trova un cucciolo ferito di ochi decide di accudirlo di nascosto e poi di aiutarlo a tornare a casa e ritrovare sua madre. Lungo il cammino realizzerà di saper comunicare con lui e ritroverà a sua volta la madre, che si era separata dal marito dopo una orrenda lite. Maxim si metterà però sulle tracce della figlia, insieme ad alcuni cacciatori bambini, tra cui Dasha, il fratello adottivo di Yuri.
Una fiaba realizzata con la magia vintage di un cinema dagli effetti speciali in larghissima parte analogici: animatronic, pittura matte e pupazzi.
Straordinario il lavoro anche sulla colonna sonora.
Il cast è capitanato dalla giovane Helena Zengel, che aveva travolto il mondo del cinema da festival per la sua indomabile performance in System Crasher, film che infatti ha portato il regista a sceglierla per la parte. Willem Dafoe si trova come al solito perfettamente a suo agio in un personaggio stralunato, bizzarro ma pure sofferente, mentre Emily Watson ha una parte che lo stesso regista definisce quasi da maestra Jedi, pure nel suo caso però non priva di inconsulti scatti violenti o di parole affilate.
il film, è perfetto nella realizzazione artigianale, sia per la meravigliosa animazione degli ochi, sia per il lavoro sui set. Il cucciolo è un animatronic controllato da vari tecnici, un po' come il Grogu di The Mandalorian per citare l'esempio più recente, mentre gli adulti sono interpretati da attori in una tuta, come nei capitoli originali di Il pianeta delle scimmie, ma per i primi piani sono state usati di nuovo delle teste animatroniche, garantendo una recitazione molto espressiva.
Inoltre l'uso della pittura matte, per trasformare gli sfondi ritoccando direttamente i fotogrammi, anziché ricorrendo alla più fredda computer graphic del green screen, garantisce un risultato magico, vagamente surreale, anche grazie all'uso delle luci di Evan Prosofsky. La colonna sonora poi, firmata da David Longstreth, inizia con un crescendo che fa ripensare a Das Rheingold di Wagner e continua a essere molto presente nel film, dando alla pellicola un incedere sinfonica. Per i suoni delle creature, infine, ci si è affidati per il 90% a un cantante dalla voce unica, mixandola a suoni di uccelli. Uno sforzo produttivo davvero meticoloso, un atto d'amore per il cinema analogico, per il fantastico su pellicola come non se ne vedevano da tempo, che avrebbe meritato una narrazione più solida, ma che rimane encomiabile.
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