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scheda Film
M

M'AMA NON M'AMA

di Laetitia Colombani
con Audrey Tatou e Samuel Le Bihan

Genere: Film
Durata: 95'
Sceneggiatura e Regia: Laetitia Colombani Fotografia: Pierre Aim Scenografia: Jean-Marc Kerdelhue Costumi: Jaqueline Bouchard Musica: Jerome Coullet Montaggio: Veronique Carnet Prodotto da: Charles Gassot (Francia, 2002) Durata: 95' Distribuzione cinematografica: BIM PERSONAGGI E INTERPRETI Angelique: Audrey Tatou Loic: Samuel Le Bihan Rachel: Isabelle Carre Hèloise: Sophie Guillemin Julien: Eric Savin La deviazione dalla norma è una perversione autoriale del cinema degli esordi. Il cinema si ama, si studia, si guarda, si divora, si legge, si scrive, s'inventa e quando lo si fa - almeno per la prima volta (ma poi a ben vedere non solo) - si decide di prendere posizione di fronte alla sua storia e lo si tradisce. Tutto questo succede in M'ama non m'ama, il film che segna l'esordio dietro la macchina da presa della neodiplomata alla "Ecole Louis Lumière" di Parigi, Laetitia Colombani. Fresca di scuola, s'affaccia alla vita del cinema con cinica allegria servendosi del volto angelico di una Audrey Tatou ancora intrappolata nei meravigliosi panni di Amelie Poulain. Qui la Tatou è Angelique, una ragazzina poco più che maggiorenne innamorata di un uomo più grande di lei che a mala pena è a conoscenza della sua esistenza. Angelique, brava studentessa della scuola d'arte, manda messaggi d'amore al cardiologo Loïc (l'oggetto della sua magnifica ossessione) per accompagnare fiori, regali e biglietti d'aereo per vacanze in Italia. Loïc però è sposato con una giovane avvocato da cui presto avrà un bambino e sembra trascurare la giovane Angelique che - pare - abbia prima sedotto e poi abbandonato. Ma Angelique non è affatto preoccupata di tutto questo. Lei "sa" che l'amore che nutre per Loïc riuscirà a superare, o meglio a eliminare (nel senso di far fuori) qualsiasi ostacolo. Quando però s'accorge di non poter far più niente per attirare a sé l'amato, opta per il suicidio. E a questo punto, scatta il "piano b" cioè la seconda parte del film in cui i ruoli si ribaltano. La vittima diventa carnefice e viceversa. Non è più Loïc il seduttore cattivo, ma la dolce Angelique la pazza erotomane che ossessiona il disorientato medico fino a sconvolgergli completamente la vita. La Colombani rappresenta la mise en scène del suo film analizzando nella seconda parte tutto quello che è successo nella prima, per dissiparne ogni ambiguità. Facendo l'occhiolino alla possibilità televisiva di operare spostamenti temporali grazie a un semplice gesto sul telecomando di un videoregistratore, la regista viola la norma e svela ciò che c'è dietro le apparenze (la vera essenza del cinema). Rivela cioè tutte le potenzialità da fiction seriale del suo film organizzato secondo fluttuazioni di caos e simmetria messi lì apposta per chiudere letture e lasciare aperti - al suo interno - veri e propri sequel e prequels. (Katiusha Salerno)

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