Regia: Alexs Stadermann e Noel Cleary. Sceneggiatura: Christopher Weekes, Fin Edquist, Adrian Bicenbach, Kevin Pealy. Musica: Ute Engelhardt. Montaggio: Adam Rainford. Produttori: Tracy Lenon, Brian Rosen. Distribuzione: Koch Media. Origine: U.S.A./ Australia/ Germania, 2018.
È allarme al Campo dei Papaveri: l'imperatrice delle api ha ordinato alla regina dell'alveare di consegnarle metà delle scorte del pregiato miele prodotto durante l'estate. A nulla valgono le proteste della regina, che spiega al portavoce dell'imperatrice, il perfido Aguzzo, che senza quel miele le sue api non sopravviveranno all'inverno. E non sembra avere alcun peso neanche il fatto che la regina sia la sorella minore dell'imperatrice. Solo l'apetta Maia rifiuta di rassegnarsi ed escogita un piano per salvare l'alveare: concorrerà alle Olimpiadi di Miele, la gara annuale alla quale fino a quel momento gli insetti del Campo dei Papaveri non erano mai stati invitati. Peccato che a stabilire le regole delle olimpiadi sia proprio Aguzzo, che affianca a Maia una squadra scombinata: una ragnetta emo depressa, una cimice che soffre di vertigini, uno scarafaggio nerd e schifiltoso, e due formiche rosse soldato terribilmente maldestre. Per fortuna accanto a Maia c'è l'amico di sempre, il piccolo fuco Willi, e ogni tanto giungono anche i consigli della fida cavalletta Flip. Grande rivale della squadra del Campo di Papaveri sarà invece Violet, figlia di Aguzzo e leader della squadra di Tropolis favorita dall'imperatrice e decisa a vincere ad ogni costo. L'Ape Maia - Le Olimpiadi di Miele segue L'Ape Maia - Il film e ripropone i personaggi dell'anime che, dagli anni Settanta, è il risultato di una coproduzione austro-tedesca e giapponese. Dal 2012 il tratto artigianale del disegno è stato modernizzato dalla grafica computerizzata, ma lo spirito della storia e la caratterizzazione della protagonista sono rimasti fedeli alla serie televisiva originale.
E fedele è anche questo secondo film per il grande schermo, nonostante la coproduzione metta ora insieme Germania, Australia e Stati Uniti. Maia è ancora l'apetta curiosa e temeraria che sfugge continuamente alle regole dell'alveare, società gerarchica e strutturata per antonomasia, cacciandosi spesso nei guai ma non perdendo mai il buonumore. A ben pensarci, è una delle figure femminili più assertive dell'animazione recente, e con la Pimpa condivide una sete di conoscenza e un'intraprendenza che fanno di lei una leader naturale. Infatti in L'Ape Maia - Le Olimpiadi di Miele guiderà la sua squadra insegnandole l'importanza di rimanere uniti davanti alle difficoltà e di valorizzare le qualità individuali, poiché "tutti gli insetti hanno un talento". Vengono anche evidenziati i limiti di Maia: la scarsa propensione ad ascoltare, il rifiuto di assumersi le responsabilità delle proprie azioni, la tendenza a gettarsi in avanti senza aspettare i compagni di squadra.
La storia diventa dunque un valido esempio per i piccoli spettatori, insegnando loro coraggio e determinazione ma anche pazienza e umiltà, al fine di vincere lealmente senza ricorrere a scorciatoie. C'è anche spazio per un conflitto padre-figlia, poiché Aguzzo insiste perché Violet si dimostri una vincente e l'apetta dai capelli viola dovrà imparare a smarcarsi dalle aspettative del genitore.
Quel che rende particolarmente gradevole la narrazione è la leggerezza con cui Maia e i suoi amici volano sulle difficoltà, insieme alla naïveté del racconto e del segno grafico che, pur nell'evoluzione computerizzata, conserva dolcezza infantile e magia. Anche la regia funziona in velocità, e accompagna i nostri microscopici eroi attraverso un'avventura comprensibile ai più piccini, ma apprezzabile anche dai loro genitori.
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