Regia: Franciska Friede. Sceneggiatura: Wolfgang Lauenstein, Christoph Lauenstein, Joe Vitale. Musica: Martin Lingnau, Ingmar Süberkrüd. Montaggio: Peter Mirecki. Produttori: John Lasseter, John Walker. Distribuzione: Walt Disney. Origine: U.S.A., 2018.
Luis è un adolescente timido e introverso. Orfano di madre e figlio di un ufologo distratto dalle stelle, è bullizzato a scuola e trascurato in casa. Ma i suoi giorni bui stanno per finire. Dallo spazio profondo arrivano tre alieni gommosi e capaci di metamorfizzarsi in uomini o animali. Mog, Nag e Wabo, irresistibili e generosi, abbracciano immediatamente la causa di Luis contro la signorina Sadiker, che vorrebbe strapparlo al padre e spedirlo in un istituto per bambini abbandonati. A muoverli sulla Terra è un "Nubbi Tubbi", materassino massaggiante e vibrante a undici velocità, pubblicizzato in una televendita. Scesi a terra per un acquisto, troveranno un amico e ricongiungeranno un padre a un figlio.
Coup de coeur dei bambini al LuxFilmFest, Luis e gli alieni è realizzato alla loro altezza con efficacia e sguardo propenso ad ascoltare la voce intima delle cose.
Narrare ai ragazzi è una cosa seria e da sempre i più piccoli sono ascoltatori migliori dei grandi. Ci credono e lo confermano i fratelli Wolfgang e Christoph Lauenstein, ricompensati con un Oscar nel 1989 per Balance, uno straordinario (e beckettiano) corto animato con cinque personaggi- marionette su una piattaforma instabile in bilico sul vuoto. Diversi anni dopo, il loro primo lungometraggio, meno cupo e decisamente più vivace, è apertamente dedicato alla ricerca della comunicazione (interspecie), all'amicizia, al rispetto del diverso, al senso della vita e della morte (la madre di Luis morta prematuramente).
La semplicità della messa in scena, certe situazioni sono prevedibili ma ci si diverte moltissimo con gli alieni protagonisti che tentano di gabbare il prossimo con più o meno successo, indica la volontà di avvicinare i bambini a temi importanti e a veicolare concetti senza tempo. Accentuando l'azione e i momenti ironici, la capacità degli alieni di trasformarsi in uomini o animali mangiando i loro capelli o i loro peli è una fonte di gag esilarante, Luis e gli alieni cerca la valenza educativa tra adulti troppo presi dal loro mandato e compagni canzonatori. Il film affronta di fatto in maniera trasversale ma consapevole il tema del bullismo, offrendo spunti affatto banali. L'emarginazione di Luis diventa il suo punto di forza, contrapponendo agli spazi desolati del quotidiano l'assoluto della sua immaginazione. Lì, il ragazzo coltiva la propria fantasia e l'ossessione del padre, in attesa dell'effetto speciale. A questo punto il racconto si abbandona alla fantascienza materializzando tre alieni ben caratterizzati che duplicano la sembianza, che si adattano conservando lo scarto del desiderio, che hanno la consistenza del sogno, quello di Luis di 'recuperare' il suo papà. Un genitore che sia finalmente in grado di comprendere il figlio trovando una vera ragione ai suoi giorni. Film d'animazione tedesca, Luis e gli alieni è un incontro pedagogico del terzo tipo che insegna a osservare dietro alle apparenze. A cercare il senso nascosto dietro all'evidenza.
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