Regia: Guillermo del Toro. Sceneggiatura: Guillermo del Toro, Vanessa Taylor. Fotografia: Dan Laustsen. Montaggio: Sidney Wolinsky. Scenografia: Shane Dieau, Jeffrey A. Melvin. Musica: Alexandre Desplat. Interpreti: Sally Hawkins, Doug Jones, Michael Shannon, Michael Stuhlbarg, Octavia Spencer, Richard Jenkins, Lauren Lee Smith, David Hewlett. Produttori: Guillermo del Toro, Callum Greene. Distribuzione: Th20 Century Fox. Origine: U.S.A., 2017.
Vincitore Premio Oscar Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Scenografia, Migliore Colonna Sonora
Elisa, giovane donna muta, lavora in un laboratorio scientifico di Baltimora dove gli americani combattono la guerra fredda. Impiegata come donna delle pulizie, Elisa è legata da profonda amicizia a Zelda, collega afroamericana che lotta per i suoi diritti dentro il matrimonio e la società, e Giles, vicino di casa omosessuale, discriminato sul lavoro. Diversi in un mondo di mostri dall'aspetto rassicurante, scoprono che in laboratorio (soprav)vive in cattività una creatura anfibia di grande intelligenza e sensibilità. A rivelarle è Elisa. Condannata al silenzio e alla solitudine, si innamora ricambiata di quel mistero capace di vivere tra acqua e aria. Ma il loro sentimento dovrà presto fare i conti con una gerarchia ostile incarnata dal dispotico Strickland. In piena corsa alle stelle contro i russi, gli Stati Uniti non badano a spese e a crudeltà. Per garantirsi e garantire al suo Paese un futuro stellare, Strickland è deciso a tutto.
Se alcuni tra loro sondano quello che si gioca oggi nella profondità dei fondali, altri ci pescano una mitologia ancestrale e una nuova inquietudine. Architetto di incubi, Guillermo del Toro si iscrive nella seconda categoria, rinnovando le affinità, umide e furiose, che gli esseri umani intrattengono con il mondo marino. Sospeso tra nevrosi terrestri (la Guerra Fredda e l'irriducibile paura del diverso) e iridescenze acquatiche, The Shape of Water inventa sotto i nostri occhi un nuovo continente, tra mare e terra, scongiurando l'annegamento con la potenza dei fantasmi.
Proseguendo la sua relazione con lo straordinario, l'autore avanza nella Storia e produce un'articolazione sottile, ma senza gravezza metaforica, tra realtà e doppio fantasmagorico che spiega i suoi oscuri meccanismi. Precipitato in piena Guerra Fredda, il racconto agisce su due livelli, quello della cronaca realista (la violenza della Storia) e quello dell'immaginario mitologico (l'incontro con la straordinaria creatura), e osserva due movimenti, quelli su cui si equilibra tenacemente il cinema dell'autore.
In principio c'è l'aggressione, l'intrusione di un corpo esterno, e poi il gesto espiatorio marcato dall'estromissione della fantasia, dalla sua fuga o dalla sua distruzione nella speranza di rimettere il mondo com'era al debutto. L'azione si situa a Baltimora a metà degli anni Cinquanta dove si soddisfa la paranoia anticomunista del Paese. Al martirio impietoso del mostro si intreccia la rivelazione del suo splendore, alla crudeltà del mondo reale, incarnato dal fanatismo di Strickland, si allaccia la 'mostruosità' di un essere magico che lascia evadere lo spirito romantico della protagonista.
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