Regia: Eric Lavaine. Sceneggiatura: Héctor Cabello Reyes, Eric Lavaine. Scenografia: Sandrine Jarron. Montaggio: Vincent Zuffranieri. Fotografia: François Hernandez. Interpreti: Lambert Wilson, Franck Dubosc, Florence Foresti, Guillaume de Tonquedec, Lionel Abelanski, Jérome Commandeur, Sophie Duez, Lysiane Meis, Valérie Crouzet, Lucas Lavaine, Corentin Lavaine, Stéphane De Groodt, Philippe Laudenbach.
Produttore: Olivier Courson, Julien Deris.
Distribuzione: Academy Two.
Origine: Francia, 2014. Durata: 98'.
Antoine sta per compiere 50 anni e ha una vita apparentemente perfetta: una bella moglie, un figlio, un lavoro e un gruppo di amici, gli stessi da 30 anni, da quando cioè frequentavano insieme la Scuola superiore di commercio, con cui va in vacanza tutte le estati. È allora che gli succede "la cosa migliore della vita": un infarto. Da quel momento Antoine, che fin lì era stato attentissimo alla forma fisica e alla salute privandosi del cibo, del fumo e degli stravizi (ma non delle amorevoli cure di innumerevoli amanti ventenni), decide di spassarsela, a cominciare dalla vacanza con gli amici di sempre.
Anche gli amici hanno i loro problemi: il perfettino Yves si consuma nella competizione con Antoine mentre la moglie Laure insegue il sogno dell'eterna giovinezza; Olivia e Batiste hanno appena divorziato e si fanno i dispetti a vicenda; Laurent ha problemi di lavoro e ne tiene all'oscuro la moglie Nathalie. L'unico sereno è Jean Michel, un meccanico che non fa parte dell'alta borghesia come il resto del gruppo, né può vantare un rapporto di coppia più o meno soddisfacente, ma conserva una saggezza e una gentilezza d'animo che mettono in ombra tutti i suoi amici. La commedia corale è un genere a sé nel cinema francese, e Barbeque nasce sull'onda dell'enorme successo di Piccole bugie tra amici, scritto e diretto da Guillaume Canet, che in Francia è stato campione d'incassi: anche quello iniziava con un incidente dalle conseguenze mediche importanti, e si sviluppava nel corso di una vacanza di gruppo fra ricchi professionisti legati da un rapporto pluridecennale.
Qui l'età media dei protagonisti è più alta e c'è più ironia (compreso un finale che è un riferimento esplicito, e irriverente, al film di Canet) e, come si conviene ad una commedia corale francese, le parole si sprecano: la verbosità di tutti i componenti del gruppo diventa la cifra stilistica del racconto. Si straparla, ci si parla addosso, o contro, si sparano battute a raffica, ci si prende in giro con quella familiarità benevola e crudele che caratterizza le amicizie di lunga data. E naturalmente si procede dritti verso una "cena delle beffe" in cui si scoprono numerosi altarini ed esplodono conflitti e riconciliazioni.